martedì 3 maggio 2011

Blood Diamonds



Il vero costo dei diamanti



Cosa sono i diamanti di conflitto?

I diamanti di conflitto,conosciuti anche come diamanti insanguinati sono i diamanti usati da gruppi di ribelli per finanziare conflitti brutali e guerre civili in Africa.Quei diamanti che sono prodotti in zone conquistate e controllate da forze ribelli che si oppongono a governi legittimamente eletti o per lo meno riconosciuti dalla comunità internazionale, o quei diamanti che in ogni caso possono collegarsi (per mezzo del loro commercio, contrabbando, utilizzo) a gruppi ribelli e eversivi, sono da definire diamanti di conflitto. Le guerre alimentate dai diamanti insanguinati hanno ucciso più di 4 milioni di persone, distruggendo paesi interi e sfollando milioni in Angola, Sierra Leone, Liberia, Costa D'Avorio e Congo. Spesso servono per finanziare gruppi terroristici come Al-Quaeda, o gruppi di ribelli come RUF(Revolutionary United Front) di Sierra Leone, UNITA di Angola, INPFL di Liberia o i 25 gruppi armati che partecipano nella guerra civile di Congo durata dal 1998 al 2003, coinvolgendo otto paesi africani e devastando completamente il territorio africano. Le guerre civili dell’Angola, della Sierra Leone e del Congo sono stati l’esempio più palese dell’uso dei diamanti da parte dei ribelli per condurre la loro guerra contro i loro governi.

Ma perchè proprio i diamanti?

I diamanti sono una forma di ricchezza altamente concentrata, perché localizzata solo in aree geografiche molto circoscritte. Il loro sfruttamento può offrire profitti enormi. Oltre a ciò, i diamanti sono di piccole dimensioni, e facili da nascondere. Possono essere estratti per mezzo di sofisticate tecniche e costosissime apparecchiature, ma anche scavati manualmente con mezzi semplici e a nessun costo. D’altro lato, gli eserciti ribelli hanno bisogno di finanziamenti per comprare armi e munizioni, per pagare e nutrire le truppe e mantenere vive le alleanze strategiche. Dalla fine della guerra fredda, i protagonisti delle guerre civili africane non hanno più accesso ai fondi delle due ex-superpotenze necessari a mantenere l’apparato militare o il regime politico. Per alimentare le proprie guerre, questi paesi hanno dovuto ripiegare su quei beni che, prodotti localmente, sono facilmente piazzabili sul mercato internazionale e convertibili in divisa, come il legname pregiato, l’avorio, l’oro e, appunto, i diamanti. All'inizio del 2000, Amnesty International - insieme ad altre organizzazioni - ha lanciato la campagna mondiale sui diamanti insanguinati: da allora, l'espressione "Un diamante è per sempre" suscita in molti un sentimento di inquietudine e di istintiva repulsione, tant'è che sembra essere stata accantonata dalla De Beers che la utilizzava nella propria pubblicità. Consumatori, produttori, commercianti di gioielli e oreficeria hanno scoperto che potrebbero essere stati inconsapevolmente implicati in uno dei conflitti che hanno devastato - e ancora devastano- una larga parte del continente africano (soprattutto Angola, Sierra Leone, Liberia, Repubblica Democratica del Congo). I diamanti estratti - spesso da civili obbligati sotto la minaccia delle armi - nelle zone controllate da gruppi di ribelli armati sono, infatti, la principale fonte di finanziamento per l'acquisto delle armi e dell'equipaggiamento militare che alimentano queste guerre, causando grandi masse di sfollati, omicidi, stupri, mutilazioni, uso di bambini soldato. L'Onu ha bandito, a luglio 2000, il commercio di armi in Sierra Leone e sottoposto quei diamanti a controlli. Il Consiglio d'Europa ne ha vietato il commercio fino all'inizio del 2002. A distanza di quasi due anni, si continuano a raccogliere i frutti di questo lavoro:
• il 22 giugno 2001, il Consiglio mondiale dei diamanti, che presiede alla commercializzazione di tutti i diamanti grezzi, Amnesty International e altre associazioni hanno espresso in una dichiarazione comune il loro sostegno al "Clean Diamonds Act", introdotto dal Senato degli Stati Uniti per proibire l'importazione dei diamanti provenienti da zone di conflitto e imporre gravi sanzioni a chi li commercia;
• il 5 luglio, i rappresentanti di 34 governi e della Commissione europea hanno concordato a Mosca le linee generali di un sistema internazionale di certificazione dei diamanti grezzi in modo da escludere dal commercio il contrabbando;
Un risultato dovuto in massima parte al lavoro infaticabile e spesso poco appariscente di centinaia di migliaia di persone nel mondo, che per mesi e mesi hanno inviato lettere e appelli a governi, istituzioni intergovernative, aziende, commercianti, sensibilizzato l'opinione pubblica. Esponenti del business dei diamanti a tutti i livelli sono stati chiamati a garantire che non commerciavano in "diamanti sporchi". In questo modo, consumatori grossisti e gioiellieri hanno cominciato a fare domande scomode ai propri fornitori. La De Beers, che controlla quasi i due terzi del commercio mondiale - dopo alcuni lunghi silenzi e un imbarazzato comunicato del marzo 2000 - ha dovuto impegnarsi a eliminare dai propri acquisti i "diamanti insanguinati".
Un lavoro iniziato nel 1991, quando Amnesty ha denunciato - inascoltata - i rischi insiti nelle vicende della Sierra Leone: il traffico illegale di armi e il loro uso per gravi violazioni dei diritti umani, la piaga dei bambini soldato, l'impunità concessa ai responsabili di gravi crimini contro l'umanità.



Più di 300.000 bambini combattono attivamente negli eserciti di oltre 40 paesi al mondo.




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