giovedì 26 maggio 2011

La schizofrenia e la politica internazionale

Il Presidente degli USA presenta la sua visione per la politica americana nel Medio Oriente e Nord Africa. Un discorso che doveva aprire un nuovo capitolo nella diplomazia statunitense. Obama sostiene che i confini tra Israele e Palestina devono essere basati su quelli di 1967 (stabiliti dopo la Guerra dei Sei Giorni in cui i palestinesi uscirono sconfitti, Israele conquistò, oltre al totale controllo di Gerusalemme, tutta la Cisgiordania, Gaza, il Golan e il Sinai), così creando frontiere sicure e riconosciute per entrambi gli stati. Parla di cambiamenti nella linea politica americana su di un Medio Oriente, travolto dalle rivoluzioni, che molti intellettuali arabi definiscono Il Secondo Risveglio Arabo. Obama dice che lo Status Quo è insostenibile e qualcosa deve cambiare.
Fin qui, nessuna novità.Si sono sollevati però da subito due movimenti principali.
Il primo: l'appoggio della Lega Araba, Giordania, Egitto, il Quartetto per il Medio Oriente (USA, Russia, ONU, EU), Francia,Polonia, Bulgaria (che ha riconosciuto lo stato Palestinese nel 1988), ecc.
Il secondo: Israele e il lobby filo israeliano AIPAC negli USA che non permetterebbero mai che qualcuno, tanto meno un presidente americano decidesse per loro. In questo caso - una soluzione di pace che include il riconoscimento dello stato Palestinese e costringerebbe Israele a fare dei passi indietro e liberare i Territori Occupati , Netanyahu ha bacchettato subito a Obama. E per fargli capire chi comanda veramente ha schierato la sua arma più potente- l'AIPAC , il lobby pro-israeliano più grande d'America, un potentissimo gruppo che fa pressione su Washington.
E' qui che Obama ha avuto la sua crisi d'identità, con sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, con una gravità tale da limitare le sue normali attività. E' andato a parlare alla convention di AIPAC, chiedendo comprensione per la sua posizione della politica estera. Questo dopo che è stato rimproverato da Netanyahu. Durante l'incontro nella Casa Bianca il premier israeliano ha sottolineato che la sua visione per la pace è surreale, ha reagito in un modo molto duro, dicendo che non accetterà questa soluzione diplomatica. Non basta quello, il premier ha fatto capire a Obama che perderà l'appoggio della comunità ebraica americana, in tutti i sensi. Non dimentichiamo che si avvicinano le elezioni,e Obama spera di fare il bis. Perdendo gli ebrei è scontato che perderà le elezioni.
Così alla convention il presidente americano ha corretto il suo discorso, dicendo che i confini di 1967 dovrebbero servire soltanto come punto di partenza dei negoziati, cosa ben diversa di quello che aveva detto qualche giorno fa. 
Perchè un presidente degli Stati Uniti va a parlare a una convention che appoggia un potere straniero e chiede comprensione sulla sua posizione con rispetto per questo potere straniero, si chiedono i blogger americani? Perchè il Congresso dei Stati Uniti ha convocato una sessione speciale, onorando questo potere straniero e dando piena libertà al suo leader di esporre la sua linea politica, nonostante che questo stesso ha pubblicamente rimproverato e travisato il Presidente americano?
Forse c'erano soluzioni migliori. Forse Obama poteva cancellare la sua visita alla convention dell'AIPAC, e il Congresso poteva cancellare la sua sessione, evitando così di dare tutto questo spazio a Netanyahu. Forse è arrivato il momento in qui i leader politici americani in Washington fermano il loro servilismo vergognoso e cominciano a comportarsi nel migliore interesse del loro stesso popolo. L'abietto sopporto ad ogni cosa che Israele decide di dire o fare non è soltanto stupido ma anche controproducente.
In tanto, lo stesso popolo israeliano è contrario alla linea del suo premier, il 57% si sono espressi in modo negativo su quanto è accaduto in America. Magari volevano iniziare a credere nella soluzione pacifica, non si sa.Ma se i israeliani venissero a sapere quale disegno viene ordito alle loro spalle? Se scoprissero che qualcuno sta meditando per far scoppiare un conflitto internazionale proprio nella loro terra, come mai visto prima?
Quando Benjamin Netanyahu divenne premier, aveva promesso di formulare una strategia di pace, un accordo con l'Autorità Nazionale Palestinese: "sorprenderò il mondo con una iniziativa di pace che nessuno ha mai visto prima!", aveva detto. Anche lui con con sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, con una gravità tale da limitare le sue normali attività.
Invece il rischio di scontrare Israele contro un muro di recesso mondiale è sempre più presente. Una volta che la polvere della tempesta mediatica si assesta, i cittadini israeliani saranno di fronte a una crudele realtà: lo spettro del isolamento e l'aumento della pressione internazionale sempre più in crescita e l'aumento della pressione da tutte le parti.
Non dobbiamo indirizzare l'odio contro nessun popolo, ma vogliamo tutti avere il diritto di ribellarsi contro i governi che di tale popolo fanno uno schiavo per i propri abominevoli fini.

Il popolo di pecore crea governi di lupi.















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